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TARI 2025, in consegna i nuovi avvisi. Incrementi da AGER e Governo centrale

Assessore Vilella: “Tutto grava sui contribuenti”

Data :

30 luglio 2025

TARI 2025, in consegna i nuovi avvisi. Incrementi da AGER e Governo centrale
Municipium

Descrizione

Da qualche giorno è partita la spedizione degli avvisi TARI 2025. L’Assessorato alle Risorse finanziarie e ai Tributi rende noto che, come lo scorso anno, il pagamento potrà essere effettuato in una unica rata o in 5 rate con le seguenti scadenze: 31/07 – 31/08 – 30/09 – 31/10 – 01/12. 
Non ci saranno addebiti di costi aggiuntivi o sanzioni per coloro che effettueranno il pagamento nei successivi 15 giorni dal ricevimento visti i ritardi nella spedizione.
I primi a ricevere gli avvisi saranno coloro che sono in possesso della pec. La società che sta curando la spedizione degli avvisi cartacei ha comunicato all’Ufficio che entro la fine di Agosto saranno recapitati gli avvisi. A tal proposito si ricorda alla cittadinanza che il Comune sta continuando a regalare la pec a tutti coloro che ne fanno richiesta.
«Ci scusiamo per il ritardo nella spedizione – spiega l’Assessore Pasquale Vilella - La spedizione era già pronta dal mese di maggio visto che il Consiglio Comunale con delibera n.48 dell’08/05/2025 aveva già approvato le tariffe, ma era necessario attendere ulteriori notizie da fonti ministeriali per l’introduzione del nuovo BONUS SOCIALE. Purtroppo si è dovuto attendere per non rischiare di sprecare le risorse comunali nella duplicazione di spedizioni che, tra l’altro, avrebbero anche generato confusione. Nel plico in spedizione quest’anno abbiamo affiancato al consueto modello F24 il nuovo metodo di pagamento tramite Pago PA».
Ed ora veniamo al contenuto degli Avvisi Tari.
La Determina AGER n.283 del 20/06/2024 che ha approvato il Piano Economico Finanziario per gli anni 2024-2025 ha stabilito che il costo da ribaltare sui cittadini per l’anno 2025 è di Euro 19.845.223,00 comportando un incremento medio di circa il 5% sia per le utenze domestiche che per quelle non domestiche. Alla TARI saranno aggiunta la TEFA calcolata sul 5% della TARI e le componenti perequative di Euro 1,60 ad utenza (introdotta nel 2024 per coprire il costo della raccolta dei rifiuti accidentalmente pescati in mare e per eventi eccezionali calamitosi) e di Euro 6,00 ad utenza introdotta nel 2025 per coprire il costo del Bonus Sociale.
L’incremento del P.E.F. deliberato da AGER maggiorato dell’imposta provinciale TEFA e degli importi perequativi di Euro 1,20 + 6,00 hanno comportato, quindi, l’incremento medio di circa il 5% per tutti.
Un approfondimento merita il cd. BONUS SOCIALE PER I RIFIUTI. «Si tratta di misura agevolativa prevista dal decreto del Presidente del Consiglio dei ministri del 21 gennaio 2025 n. 24, pubblicato nella Gazzetta ufficiale del 13 marzo 2025 – spiega l’Assessore Vilella - E’ riconosciuta agli utenti, ai nuclei familiari in condizione di effettivo e documentato disagio sociale, con un ISEE (Indicatore di situazione economica equivalente) non superiore a 9.530 euro, elevato a 20.000 euro nel caso di nuclei familiari con almeno quattro figli a carico. L’agevolazione consiste in una riduzione del 25 per cento della tassa sui rifiuti (TARI) per tutti i nuclei familiari che rientrano nei citati parametri.
Il bonus è riconosciuto a decorrere dal primo gennaio 2025 e sarà l’INPS a fornire ai Comuni i dati relativi agli ISEE validi per l’individuazione dei beneficiari.
Il decreto è entrato in vigore il 28 marzo 2025, ma per l'applicazione effettiva sono necessari alcuni successivi provvedimenti attuativi. Tra le misure attese in particolare: definizione delle regole tecniche per l'applicazione dello sconto; integrazione dei dati tra INPS, Comuni e gestori del servizio rifiuti; monitoraggio dell'impatto della misura e aggiornamento delle soglie ISEE ogni tre anni.
L’unica certezza è che a Delibera ARERA 133 del 1 aprile 2025, ha avviato il procedimento per l’attuazione del Bonus Sociale rifiuti. L’Autorità ha infatti introdotto una nuova componente perequativa nazionale – pari a 6 euro per utenza che sarà visibile nell’avviso di pagamento – destinata a finanziare le agevolazioni riconosciute ai beneficiari del Bonus Sociale rifiuti.
Questo cosa significa? Significa che la quota di 6 euro non rimane nelle casse dei Comuni ma, una volta predisposta la bollettazione e i relativi versamenti, verrà poi “girata” allo Stato, e servirà a garantire uno sconto del 25% della TARI a favore dei nuclei familiari che soddisfano specifici requisiti di disagio economico, secondo criteri e modalità di identificazione che ARERA definirà nei prossimi mesi, in raccordo con INPS e altri Enti. Quindi, l’attuazione del nuovo Bonus ha reso necessario un aggiornamento dei sistemi di calcolo e della gestione degli avvisi di pagamento da parte dei Comuni, che ne hanno pertanto posticipato l’emissione.
Se ne evince un paradosso: se da un lato il bonus alleggerisce il carico fiscale per le fasce vulnerabili, dall’altro impone un aggravio sulle famiglie non beneficiarie, incluse quelle con redditi appena superiori alla soglia ISEE. Il valore fisso del 25%, pur garantendo semplicità, potrebbe risultare inadeguato in alcuni contesti familiari, rispetto ai modelli più flessibili dei bonus energetici. Inoltre, nei Comuni con elevata evasione o morosità, tali anticipazioni potrebbero rappresentare un rischio finanziario.
“Difendere le famiglie fragili è una scelta di giustizia sociale” – aggiunge Vilella - ma è troppo comodo trasferire l’onere delle agevolazioni sulle famiglie e sui Comuni invece di stanziare risorse statali per farvi fronte. Qui viene il punto critico. Lo Stato non ha scelto di finanziare questo bonus con soldi propri, ma ha deciso che saranno tutti gli utenti domestici in Italia a pagarlo, anche nei Comuni dove magari non c’è nessun beneficiario. Ad esempio, in un piccolo Comune, magari nessuno ha diritto al bonus. Ma tutti i cittadini di quel Comune pagano comunque i 6 euro in più. Quei soldi finiscono in un fondo nazionale e vengono usati per coprire bonus altrove, magari in grandi città dove ci sono più aventi diritto.
Sarebbe auspicabile che i politici del territorio che siedono sugli scranni del Parlamento si facciano promotori di una soluzione che non ricada sulle tasche dei cittadini».

Ultimo aggiornamento: 30 luglio 2025, 14:36

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