Un invito alla comunità internazionale a difendere il valore e la qualità dell’olio evo del Mediterraneo attraverso un giusto riconoscimento del suo prezzo giunge da Malta, dall’assemblea della Rete delle Città dell’Olio del Mediterraneo, a cui ha preso parte anche l’Assessore alle Radici Cesare Troia, in qualità di Vicepresidente di ANCO – associazione nazionale Città dell’Olio.
Si tratta dell’assemblea annuale dei rappresentanti dei 7 Paesi membri (Italia, Grecia, Malta, Montenegro, Slovenia, Spagna e Turchia). Un vertice che da un lato ha premiato il lavoro di Città dell’Olio e dall’altro, confermando il Presidente uscente Michele Sonnessa alla Vicepresidenza Vicaria di Re.Co.Med, ha confermato il ruolo dell’Italia quale punto di riferimento dell’olivicoltura del Mediterraneo.
L’assemblea ha deliberato anche un provvedimento importante e strategico in difesa dei prezzi equi per l’olio extravergine di oliva del Mediterraneo. In particolare l‘assemblea all’unanimità ha deciso di promuovere un documento di sensibilizzazione in ciascun Paese per il contrasto all’attuale ingiustificata campagna tendenziosa in atto in Europa relativa all’abbassamento dei prezzi dell’olio evo.
Nella dichiarazione si legge che «come parte dell’Assemblea dei Paesi produttori di olio d’oliva del Mediterraneo, i rappresentanti di Spagna, Italia, Grecia, Turchia, Slovenia e Malta, uniti sotto la Rete mediterranea delle città dell’olio d’oliva, invitano congiuntamente la comunità internazionale a sostenere prezzi equi e sostenibili per l’olio extravergine di oliva, un pilastro culturale, economico e sociale delle nostre nazioni. La campagna di raccolta e commercializzazione 2024/2025 è caratterizzata da un rapido e ingiustificato calo dei prezzi globali dell’olio d’oliva. Questa situazione è preoccupante, in quanto non riflette le realtà di mercato o il riconoscimento da parte dei consumatori globali di questo prodotto come il grasso più sano e delizioso conosciuto, un fondamento della dieta mediterranea e un patrimonio immateriale dell’umanità. Negli ultimi tre anni, i costi di produzione dell’olio d’oliva sono aumentati di oltre il 30%, spinti da fattori quali l’aumento dei prezzi per input, energia e risorse.
Tuttavia, questo sforzo economico rischia di non produrre un giusto compenso per i nostri agricoltori, che stanno affrontando crescenti sfide per garantire la sostenibilità delle loro operazioni.
Pertanto – si conclude nella dichiarazione la cui adozione da parte dell’assemblea è stata sollecitata anche dall’assessore Troia – come paesi produttori di olio d’oliva del Mediterraneo, difendiamo il diritto dei nostri agricoltori a guadagnare un reddito equo che rifletta il loro impegno per la qualità, la tradizione e la sostenibilità. Rifiutiamo qualsiasi dinamica di mercato che porti a crolli dei prezzi, minando il valore dell’olio d’oliva e riducendo questo “oro liquido” a una semplice merce. Invitiamo tutti gli stakeholders della filiera e i governi nazionali e internazionali a stabilire misure che garantiscano prezzi equi e sostenibili. Solo attraverso tale azione congiunta potremo proteggere non solo gli interessi dei nostri agricoltori, ma anche l’eredità culturale e nutrizionale che l’olio d’oliva rappresenta per il mondo».

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