“A proposito di Reddito di cittadinanza, utile strumento ma da rivisitare. È delle ultime ore la notizia della scoperta, da parte della Guardia di Finanza, dell’ennesima truffa consumata nella fruizione del Reddito di Cittadinanza.

Turba quanto emerso nell’indagine: nelle Province di Bari e Bat, ben 109 indagati fra condannati e loro familiari per reati mafiosi.

Considero il Reddito di Cittadinanza – scrive il Sindaco di Andria, avv Giovanna Bruno – un utile ausilio alle persone in difficoltà economica che però, sin dal suo concepimento, ha manifestato tanti limiti e necessita di una profonda rivisitazione rispetto a come è contenuto nel Documento Programmatico di Bilancio approvato nei giorni scorsi dal Governo.

Si devono ripensare le modalità di corresponsione ed incidere sul rafforzamento dei controlli, quanto mai necessari per ridare a questo strumento la funzione calmierante del disagio economico di tanta gente.

E’ intollerabile che possa fruirne chi non ne ha diritto o, ancor di più, che possa essere esibito da chi è stato condannato per reati di mafia, come esempio della propria capacità di essere sempre e comunque al di sopra della legge.

Rimane la questione del ritorno sociale della misura: una comunità come quella di Andria potrebbe trarne molto più vantaggio, se le procedure di reclutamento dei percettori di reddito fossero più semplici, più snelle, più immediate.

Questa amministrazione, nel post pandemia e fino ad oggi, ha impiegato oltre 50 percettori in progetti di pubblica utilità ma il numero potrebbe crescere ulteriormente se l’intero impianto fosse più rapido e desse realmente senso all’impegno dei destinatari nel tessuto lavorativo delle Comunità.

Fondamentale resta il convincimento che il Reddito di Cittadinanza, per come attuato, è solo un prendere tempo sul reale problema della depressione lavorativa in cui versa il Paese.

Questo è un nodo su cui la Politica non può più tergiversare perché, esaurite le provviste per il reddito, l’Italia correrà il rischio di vivere una pesantissima crisi sociale, maggiore di quella conosciuta in questi ultimi anni.

Le riforme sul lavoro devono essere al centro dell’agenda politica nazionale, perché serviranno a dare stabilità in futuro.

Credo che il tema meriti di essere posto in occasione dell’ imminente assemblea nazionale dell’Anci, Associazione Nazionale dei Comuni d’Italia”.

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