ECUMENES AL VIA IL 19 GIUGNO AD ANDRIA COME A LECCE ED IN GRECIA

Una lettura pubblica dell'Iliade di Omero avvierà il 19 giugno, a Palazzo Ducale, le iniziative culturali previste nel progetto “Ecumenes” in cui Andria è coinvolta, insieme a Lecce, in un'attività di inseminazione di esperienze internazionali che legano l'Italia alla Grecia.Obiettivi ed appuntamenti sono stati illustrati nella sede dell'Assessorato regionale al Mediterraneo in via Gobetti, a Bari, in cui ECUMENES (Eredità Culturali del Mediterraneo nelle Eccellenze Storico-architettoniche)è stato spiegato come progetto in cui la collaborazione tra enti diversi (Regione Puglia, Istituto di Culture Mediterranee della Provincia di Lecce, Comune di Andria, Azienda di Promozione Turistica di Lecce in collaborazione con l'Università di Patrasso,Teatro Municipale e Regionale di Ioannina,Centro Culturale di Preveza, Etanam di Preveza, in collaborazione con l'Assessorato alla Cultura del Comune di Lecce) è anche la caratura specifica, internazionale appunto, del progeto stesso. Alla conferenza stampa sono intervenuti Francesco Virgilio, Dirigente Settore Beni Culturali della Regione Puglia,Gigi de Luca, Direttore dell'Istituto di Culture Mediterranee della Provincia di Lecce,Raffaele Ruggiero, Dirigente del Settore Cultura del Comune di Andria,Riccardo Carbutti, direttore artistico del Festival Castel dei Mondi di Andria e Franco Ungaro, coordinatore del Progetto. Carbutti ha sottolineato che “se le città celebrano commercialmente il loro passato, Ecumenes reinventa invece gli stessi processi di valorizzazione spingendosi fino alla valorizzazione dei beni storici.Di qui la decisione di allestire una lettura pubblica dell'Iliade e dei suoi 24 canti e poi la speigazione del mito della Callas affidando a Katia Ricciarelli, il 27 giugno, alle 19.00,l'esecuzione di alcune aree melodrammatiche famose, insieme al maestro Pierluigi Camicia”. Altri appuntamenti il 10 e 11 luglio con Mario Perrotta a Castel del Monte ed il 31 agosto una tavola rotonda, al seminario vescovile, su “Come stanno i classici”. E poi altri appuntamenti a Castel del Monte con Dimitris Kozaris il 24 luglio.A Lecce invece si guarda all'antica Grecia attraverso i linguaggi del teatrio, del cinema, della musica, della danza. Ed il 21 giugno verrà anche utilizzato il Teatro Romano – cosa quasi mai avvenuta salvo alcuni casi eccezionali di molti anni fa (“E' una delle belelzze della città-ha detto Franco Ungaro, direttore del progetto Ecumenes-non utilizzate e che invece ora possono essere il luogo fisico di scambi fecondi tra Lecce e la Grecia”) – per l'esibizione di “Canzoni senza parole” del Kostas Theodorou Quartet e poi il reading letterario sull'Odissea di Omero il 22 giugno all'Accademia dlele Belle Arti. E ancora cortometraggi, prosa, selezioni musicali. ECUMENES richiama dunque il Mediterraneo, 70 nazioni e popoli diversi e ha la cultura come elemento unificante, fluidificante. Un aspetto richiamato in particolare dall'assessore alla Cultura, prof.Paolo Farina, secondo cui “Ecumenes ben rappresenta l'idea di “internazionalizzazione della Cultura”, di valorizzazione dei collegamenti materiali e immateriali con l'esterno, di realizzazione di progetti transnazionali per lo sviluppo locale. La cultura rappresenta un fondamentale fattore di competitività internazionale.L'internazionalizzazione della cultura vuole superare la concezione tradizionale di cultura, privilegiando percorsi di innovazione nella valorizzazione dei beni di interesse culturale e storico, favorendo la realizzazione di una rete di soggetti omogenei che puntano a uno sviluppo a lungo termine. Il progetto Interreg IIIa Grecia/Italia, sostenuto dalla Regione Puglia e dai vari partners, vuole modificare e innovare il rapporto dei territori con il proprio patrimonio culturale. In un contesto di scarsità e continua riduzione di risorse, è infatti impensabile migliorare il servizio, o offrirne uno più ampio, senza trovare allo stesso tempo le risorse di finanziamento. Questo recupero viene realizzato attraverso il coordinamento fra più unità, conseguendo cosìi economie di scala e il miglioramento della gestione complessiva delle attività culturali. Altre strategie di riduzioni di costi, praticate spesso per necessità – come chiudere musei, siti archeologici, teatri, o ancora non fornire servizi accessori – non paiono coerenti -conclude Farina-con la funzione di servizio pubblico che il settore deve perseguire”.

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