Si è conclusa ieri la stagione teatrale andriese 2007-2008, patrocinata dall'assessorato alla Cultura del Comune di Andria, in collaborazione con il Teatro Pubblico Pugliese e la compagnia teatrale Guizzi e Saltimbanchi di Andria.In scena l'attesissimo Pippo Franco con “Il marchese del grillo”, di Mario Monticelli e Piero De Bernardi, Produzioni Baldrini. Un cast di nove attori, guidati dall'istrionico Pippo Franco, per una rilettura firmata da Massimiliano Giovanetti e Claudio Pallottini. L'opera, ambientata nella Roma del 1809, narra del marchese Onofrio del Grillo, nobile romano alla corte di Pio VII, che, per sfuggire alla noia della sua agiata condizione, trascorre le sue giornate nell'ozio più completo. Il suo principale passatempo, che lo rende famoso in tutta la capitale, è però costituito dallo scherzo e dalla beffa, dei quali risulta spesso vittima la sua aristocratica famiglia.” Con lo scherzo rompo ogni schema-recita il marchese-lo schema di un'umanità assuefatta all'abitudine, ma anche schiava del potere, del possesso, dell'orgoglio, del successo, delle cose materiali. L'uomo crede infatti-ammonisce Del Grillo-di essere solo un corpo, o meglio di vivere solo di esperienza fisica, immerso nella condizione spirituale; in realtà è un essere spirituale in cerca di esperienza umana. Dal corpo nascono inquietudine e tristezza, depressione, malinconia. Dallo spirito derivano gioia e felicità eterna, come ci testimoniano i santi”.In questo imprevedibile capolavoro d'arte classico-comico, si susseguono in dialetto romano, quadri grotteschi di vita familiare e pubblica, in cui a condurre il gioco è l'aristocratico romano, fra vizi di ogni genere (alcol e donne) e sventurati al suo servizio.Sarà sempre lui a muovere i fili dello scherzo più pesante,che coinvolgerà anche il Papa, in cui scambiando la sua identità con quella dell'alcolizzato Gasperino il carbonaro, scoprirà una congiura ordita a suo danno dalla moglie, dal figlio, in realtà illegittimo, e dal fratello monsignore, che faranno ingerire, ignari, una pozione velenosa, preparata accuratamente nella stanza segreta del prelato, al sosia del marchese, nella speranza di mettere mani sul ricco patrimonio di Onofrio. Ma per uno scherzo del destino Del Grillo scoprirà l'inganno, grazie alla fedeltà del suo servo, e Gasperino riuscirà a salvarsi col suo intervento, grazie ad un antidoto prezioso. “Siamo tutti nelle mani di Dio,concluderà il Santo Padre Pio VII, solo un processo stabilirà la verità, affidata alla giustizia divina”. E finirà anche di “scherzare” con il suo matrimonio di finzione, coronando il sogno d'amore con la serva buona e fedele.

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