Sono 12 gli incendi da giugno a settembre scorso che hanno interessato in totale 135 ettari di bosco nel Parco Alta Murgia. Un dato inferiore rispetto al 2020 in cui gli ettari bruciati si attestano a 324.
A rivelarsi efficace, – si legge in una nota del Parco Alta Murgia – è stata la sinergia tra più forze in campo che hanno pattugliato di continuo il territorio e spento sul nascere numerosi focolai, spesso di natura dolosa.
Quest’anno le numerose azioni nell’ambito della Campagna Antincendio Boschivo hanno visto collaborare agricoltori e volontari del Parco, impegnati in attività di sorveglianza in supporto dei Vigili del Fuoco, Arif e Protezione Civile.
Tramite avvisi pubblici l’ente ha coinvolto le aziende agro-zootecniche nella segnalazione incendi e nella realizzazione di fasce tagliafuoco, ospitando in loco serbatoi d’acqua e aumentando così i punti di approvvigionamento idrico.
Su un altro fronte le associazioni di volontariato, coinvolte tramite convezioni, impegnate a monitorare 12 ore al giorno le aree a elevato valore naturalistico.
Fondamentale nell’opera di prevenzione è stata la recente approvazione da parte del MiTE del Piano di previsione, prevenzione e lotta attiva contro gli incendi boschivi 2020-2024, adottato con Decreto Ministeriale n. 313/2021.
PARCO NAZIONALE DELL’ALTA MURGIA
Istituito nel 2004, il Parco Nazionale dell’Alta Murgia si estende per 68.077 ettari sulla parte più elevata delle Murge pugliesi. Il territorio è uno scrigno di biodiversità dove si alternano doline, colline, inghiottitoi, lame, grotte, scarpate, creste rocciose e boschi di quercia e conifere.
Chiamato il “cuore di pietra” della Puglia, è tra i pochi esempi al mondo di prateria arida mediterranea, modellata dal carsismo che ha scolpito nei millenni la roccia affiorante.
L’azione dei venti e delle piogge ha dato forma a un eccezionale repertorio di siti geologi, dal 2019 oggetto di un iter di studi per entrare nella rete internazionale dei Geoparchi UNESCO.
Visitare i geositi è un viaggio lungo la storia della terra, sin dall’età dei dinosauri.
Tra questi, hanno particolare importanza Cava Pontrelli con circa 30.000 impronte di dinosauro rinvenute, Grotta di Lamalunga che conserva lo scheletro dell’Uomo di Altamura, un neandertaliano vissuto tra 130.000 e 190.000 anni fa, le Miniere di bauxite, il Pulo di Altamura e il Pulicchio di Gravina.
Monumento simbolo del Parco è invece Castel del Monte, la fortezza ottagonale voluta da Federico II nel XIII secolo, oggi Patrimonio UNESCO e tra i siti culturali più visitati.
L’area del Parco comprende tredici comuni (Altamura, Andria, Bitonto, Cassano delle Murge, Corato, Gravina in Puglia, Grumo Appula, Minervino Murge, Poggiorsini, Ruvo di Puglia, Santeramo, Spinazzola, Toritto) tra le province di Bari e BAT (Barletta-Andria-Trani).
Bosco di Acquatetta