«Le polemiche infiammate ad arte da qualcuno nel corso delle ultime ore sul nuovo ospedale di Andria impongono un intervento tecnico e oggettivo, non alterato da miopi battaglie di campanile. In consiglio comunale ho ripercorso l’iter fino a questo momento sviluppatosi e ho raccontato anche quello che è successo nel corso della Conferenza dei Sindaci Bat, presieduta dal sindaco Cannito. Sostituisco alle reazioni di pancia di qualcuno i miei rilievi tecnici e pragmatici che sottopongo all’attenzione della stampa e dell’intera opinione pubblica».
Il sindaco di Andria Giovanna Bruno questa mattina interviene sulla vicenda del nuovo ospedale carte alla mano. «Abbiamo finalmente oggi, nero su bianco, – dice – il piano clinico gestionale ed è questa forse la novità più rilevante: il piano sembra finalmente tarato su ospedale di secondo livello, con tutte le specificità previste. Già nel consiglio monotematico del 15 aprile scorso era stato annunciato che il piano gestionale revisionato e rimodulato era pronto ma fino a quando non l’avessimo visto non potevamo pronunciarci. Ebbene ora è arrivato, è stato trasmesso formalmente anche al Comune di Andria. Più che opportuna l’introduzione della cardiochirurgia (precedentemente sottratta); bene l’UTIN – unità della terapia intensiva neonatale; via libera a dodici sale operatorie e non dieci; ancora, l’istituzione della Stroke Unit, tre mammografi e non uno, la precisazione delle degenze che confermano i 400 posti letto… insomma, cominciamo a vedere che ci sono delle cose che si allineano. Per il resto, non c’è alcun botta e risposta. E il sindaco di Barletta non deve difendersi da nulla perché non è sotto attacco da parte di nessuno.
Il mio discorso, inequivocabile, in seno al consiglio comunale monotematico del 15 aprile, ha posto l’accento sulla inutilità di continuare a trascinare la questione sanitaria/ospedaliera sul piano dei campanili, elevandola invece sul piano di una dignità da rispettare, quella di tutti i cittadini della Bat. Ho detto e spiegato, carte alle mano come mia abitudine, che la sesta provincia era stata concepita dalla Regione come ruotante fondamentalmente intorno a due ospedali strategici, con specializzazioni differenti: quello oncologico di Barletta e quello di emergenza-urgenza di Andria, di secondo livello e con 400 posti letto. Quindi, davvero non capisco dove sia la contrapposizione: stiamo parlando di due strutture con vocazioni differenti, a servizio dell’intero territorio. Quindi, ho detto in consiglio comunale dopo averlo già detto in conferenza dei sindaci, la si smetta con strumentalizzazioni di bassissima lega e si lavori all’unisono per dare alla Bat ciò che manca da tempo, da troppo tempo. Questo dovrebbe accomunare tutti i sindaci e ringrazio i colleghi per aver compreso l’urgenza e la delicatezza della questione».
E ancora: «Al collega Cannito ricordo, nel frattempo, di inviare se non l’ha ancora fatto il verbale completo della conferenza dei sindaci al presidente Emiliano con la richiesta di immediato incontro, così come deciso nella riunione al Comune di Barletta. Mi aspetto che svolga il suo ruolo di presidente della conferenza dei sindaci in maniera diligente e rispettosa e si allinei ad una crociata comune, questa sì, che tutti quanti dobbiamo portare avanti per dare alla Bat quella dignità sanitaria che nel tempo le è stata ingiustamente sottratta. Una provincia che non ha ancora il numero di posti letto che le spetterebbe, una provincia che ha visto nel frattempo chiudere e ridimensionare altri presídi ospedalieri, una provincia che non è da meno alle altre e che deve essere rispettata. Se le istituzioni provinciali si dividono tra loro su questi temi, l’inerzia di altri continuerà a regnare sovrana e questo non lo consento e non lo dobbiamo consentire. Adesso – conclude Giovanna Bruno – attendo di conoscere dalla stazione appaltante la data di completamento delle operazioni di revisione del progetto definitivo e poi la calendarizzazione degli step successivi. E nel frattempo ricordo che l’attuale Bonomo, ospedale di emergenza-urgenza già a servizio della Bat, deve essere potenziato e non svuotato. Deve essere riqualificato celermente e deve vedere costantemente valorizzate le risorse umane e professionali che contiene, per non correre il rischio che vadano in altri lidi. Ne avremmo tutti da perdere. Questo è tutto, ed ogni altra polemica va rispedita al mittente».