“Ai miei concittadini perchè il dialetto sia per loro una pagina di storia da difendere e tramandare per onorare la memoria dei nostri padri”.

Si apriva cosi, con questa dedica, “LESSICO Cenni fonetici e morfologici italiano/andriese-andriese/italiano” scritto dalla professoressa Antonia Musaico Guglielmi che oggi si è spenta a 92 anni, dopo un brevissimo ricovero, ieri nell’ospedale di Barletta.

La dedica di questo monumentale (365 pagine) e irripetibile atto di amore per la sua città, campeggia sulla seconda edizione del Lessico, edizione patrocinata dal Comune di Andria e stampata a dicembre 2002 per i tipi di Grafiche Guglielmi e di arricchimento e aggiornamento, ulteriore, di quella precedente, del 1980.

Prima della Musaico Gugliemi c’era stato un solo primo Lessico, quello firmato da Riccardo Cotugno, datato 1890, con circa 2000 voci.

Nella seconda edizione del suo Lessico non c’è soltanto il recupero di altri vocaboli, ma vi è soprattutto anche l’aggiunta di un lessico inverso, andriese italiano, costituito dalle voci più tipiche o di uso più raro.

E a questo compito ha sempre adempiuto il suo Lessico che – come scrivevano in apertura l’allora Sindaco, Vincenzo Caldarone, e l’allora assessore alla Cultura, Pina Marmo- “riporta alla luce e tramanda la memoria del nostro linguaggio…fa emergere uno spaccato della società andriese vista nella sua quotidianità, nella sua storia, nelle sue tradizioni, nelle sue interminabili sfaccettature”.

Tutto questo è stato sicuramente il senso della sua ricerca quasi archeologica: recuperare le radici, riportarle alla luce, dare dignità culturale al linguaggio delle origini, contribuire sul piano scientifico alla ricostruzione di patrimonio di conoscenza in gran parte orale, frutto della tradizione, per tradurlo e “cementarlo” in un patrimonio scritto, pietra decisiva del panorama bibliografico dedicato alla città.

A questa “missione” la Professoressa Musaico Guglielmi ha dedicato tutti i suoi sforzi di “minatrice” che ha scavato nella memoria orale della comunità e ha trovato, e riportato alla luce, filoni fonetici sepolti, vocaboli ormai dimenticati, recuperato e difeso “dall’uso della lingua italiana, dall’istruzione, dai mass media e dalla trasformazione sociale profonda in atto” – come scriveva nella prima edizione del 1980 Vincenzo Valente – un dialetto invece ancora vivo, spontaneo.

Nella sua opera la Musaico Guglielmi è dunque partita dalla lingua per andare al dialetto contribuendo, per parte sua, a fare del dialetto di Andria “una delle varietà pugliesi più note e meglio documentate”.

Nè poteva essere diversamente. Laureata in Lettere Classiche all’università di Bari, la Musaico aveva discusso la tesi in Glottologia su “Il dialetto di Bari e la parlata di Carbonara:concordanze e discordanze”.

Con tale incipit tutta la sua carriera, sin dalla tesi di laurea e dalla materia scelta, non poteva che essere proiettata su questo filone di riscoperta e valorizzazione del dialetto e delle tradizioni andriesi.

Così che il “Lessico Italiano-andriese.Cenni fonetici e morfologici” è stato il primo di una serie di studi e ricerche e pubblicazioni proseguita nel 1981 con “Letteratura popolare andriese”, “U picc” (Il capriccio) commedia in due tempi stesa con il Preside Riccardo Caldarola, nel 1983, “U ciambott” (Il pasticcio) altra commedia nel 1984 con il Preside Caldarola, “Accanto al fuoco con i nostri nonni, Raccolta di 100 storielle di inizio Novecento” nel 1985, e ancora Passato-Presente nelle tradizioni andriesi nel 1988, I canti gioco delle nostre nonne nel 1991,”Rassegna dei mestieri scomparsi” nel 1992,” Il primo secolo di storia della casa Mucci”nel 1994,”Strumenti di lavoro agricolo e artigianale andriese” nel 1998, traduzione in dialetto della commedia di Eduardo “Miseria e Nobiltà” nel 1998, la “Memoria delle tradizione: Il Natale, nel 1999, la Pasqua nel 2000, Raccolta di detti pure nel 2000, “Itinerari del borgo antico” nel 2001, la Fiera di Aprile. Commedia in due tempi” nel 2002. Proprio questa pubblicazione aveva dato origine ad una delle sue ultime uscite pubbliche , nell’aprile del 2014, con la ristampa e presentazione a Palazzo di Città – auspici l’allora sindaco Nicola Giorgino e l’allora assessore alla Cultura, Antonio Nespoli – sia della commedia che della storia della Fiera tra religione e folclore.

La ricordiamo così, con la solita passione di ricercatrice, lucidissima, e di custode fedele del dialetto, cioè della parola e delle tradizioni di Andria.

Alla famiglia le condoglianze per la scomparsa di una cittadina che andrà ricordata anche in futuro.

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