La morte di   Paola Clemente, l’operaia agricola intenta  nelle operazioni di acinellatura nelle campagne andriesi, ha suscitato l’attenzione dei media e dell’opinione pubblica. L’eco che ne è derivata induce a qualche riflessione. Benedetto Miscioscia,  consigliere comunale neo eletto ed assessore alle Attività Produttive nel quinquennio 2010-2015, interviene infatti sull’episodio sottolineando che “Al di là del fatto che non va assolutissimamente abbassata la guardia sulla necessità di far rispettare i diritti e la sicurezza dei lavoratori in generale, ritengo però ancora più sconcertante la pretestuosa enfatizzazione di un evento che, pur tragico, non può far rappresentare la  Città di Andria come la “Caput mundi dello sfruttamento dei braccianti”. Con il sindaco Giorgino, come assessore all’agricoltura della città di Andria nella passata consigliatura, ci siamo attivati – di concerto con le organizzazioni di categoria e le rappresentanze sindacali – nel porre in essere una seria attenzione al fenomeno del cosiddetto “caporalato” anche interagendo con le forze dell’ordine e con gli stessi organi di controllo preposti. Proprio per questa attenzione dimostrata in epoca non sospetta dispiace poi apprendere che, sull’onda del clamore per il tragico fatale decesso dell’operaia andriese, si sia tentato di far ricadere nelle nostre campagne anche l’episodio di un ulteriore  malore che avrebbe colpito  un altro operaio, fatto che – secondo l’ultima agenzia di stampa – è   avvenuto in tutt’altro luogo. Viene spontaneo domandarsi perché con tanta leggerezza si butta fango sull’imprenditoria agricola andriese. Tanto più che per Andria la produzione di uva da tavola è marginale rispetto ad altre realtà pugliesi particolarmente vocate come il sud barese o il tarantino, tanto da indurre i nostri produttori, per necessità, a ricorrere alle agenzie interinali per l’assunzioni di operaie ed operai specializzati nella pratica dell’acinellatura”. Quanto al  sospetto su  probabili avvelenamenti determinati dall’uso di fitofarmaci, a cui è stato fatto cenno, al momento  non supportata da nessun riscontro oggettivo, “ l’Amministrazione Giorgino – ricorda Miscioscia – ha organizzato con la stessa Asl e più specificatamente con il dipartimento del Sian diretto dal dott. Magarelli e lo stesso collegio dei Periti Agrari e dottori laureati in agraria, seminari e convegni specifici sulla sicurezza nella campagne e sull’utilizzo dei prodotti fitofarmaci, oltre a corsi  annuali specifici per il conseguimento dei patentini che abilitano gli stessi agricoltori all’acquisto e all’uso consapevole dei fitofarmaci in campo agricolo”.“Siamo e rimaniamo dalla parte dei lavoratori –sottolinea il Sindaco, avv. Nicola Giorgino – nel contrastare ogni fenomeno legato all’attività di caporalato, così come abbiamo dimostrato negli anni scorsi. Per questo respingiamo il tentativo di far ricadere sulla nostra città e sui nostri imprenditori agricoli responsabilità di un fenomeno che è stato sempre culturalmente contrastato nel nostro territorio. Evitiamo dunque a tutti noi di pensare che  l’enfatizzazione della  vicenda della morte della povera Paola Clemente –  sulle cui cause faranno certamente chiarezza gli organi inquirenti –   serva solo a ricercare un colpevole a tutti i costi rispetto ad un fenomeno che abbiamo sempre combattuto e che raggiunge livelli endemici in ben altre realtà”.

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