Il consigliere nazionale “Città dell'Olio” ed assessore alle attività produttive e marketing territoriale della Città di Andria, dott. Benedetto Miscioscia, seguendo la linea di difesa e promozione del nostro olio extravergine d'oliva intrapresa dall'Amministrazione Giorgino, ha scritto al direttore del prestigioso “New York Times” a seguito della pubblicazione di alcune vignette satiriche volte a danneggiare l'immagine all'estero dei nostri produttori olivicoli.
“L’inchiesta del Suo giornale racconta una verità parziale quando scrive che la maggior parte dell’olio extravergine commercializzato come “italiano” sarebbe il frutto di miscele fatte non solo con oli di scarsa qualità importati da altri paesi, ma anche con oli di semi trattati con l’aggiunta di beta-carotene e clorofilla. Non viene, infatti, evidenziato che negli ultimi anni le normative comunitarie e nazionali sull’olio sono diventate più stringenti, con l’intensificazione dei controlli da parte delle autorità preposte. La generalizzazione finisce, inconsapevolmente, quindi, per criminalizzare in modo indecoroso migliaia di onesti produttori olivicoli i quali, con grandi sacrifici, si sforzano, giorno dopo giorno, di sconfiggere la piaga delle truffe producendo oli di alta e riconosciuta qualità e che poco hanno a che fare con gli interessi perseguiti dalle lobby industriali dell’imbottigliamento. Caro Direttore, il Suo giornale ha perso una buona occasione per spiegare ai cittadini statunitensi come distinguere un vero olio extravergine italiano dagli oli “farlocchi”. Così come risulta fuorviante e diffamatorio paragonare i produttori di olio extravergine delle nostre città dell’olio a dei “soggetti corrotti tutelati da potentati politici”. Una affermazione gratuita che avrebbe meritato un maggior approfondimento per un reale riscontro. E ancora, signor Direttore, desidero rivolgerLe un invito a far realizzare dal Suo giornale un reportage sulle nostre “Città dell’Olio”, che racconti come migliaia di produttori coltivano i nostri olivi e producono migliaia di tonnellate di olive che vengono avviate nei frantoi e trasformate in centinaia di migliaia di tonnellate di olio, con identità diverse e distinte caratteristiche chimico-organolettiche: dall’olio dolce, a quello più intenso, a quello fruttato, amaro e piccante. Un resoconto giornalistico serio in cui si spieghi quanto sia importante comprenderne l’origine, leggendo le retro etichette delle bottiglie di olio che si acquistano, evitando di soffermarsi solo sul prezzo proposto, il più delle volte ingannevole e non corrispondente alla qualità offerta. Accusare genericamente i produttori di commercializzare oli “forestieri” di bassa qualità e/o adulterato, significa offendere anche la storia e la tradizione di un Paese come l’Italia che rimane il simbolo di quella dieta mediterranea, recentemente riconosciuta anche patrimonio universale dell’umanità dall’UNESCO. E la dieta mediterranea ha, guarda caso, come pilastro portante dello stile alimentare proprio l’Olio Extravergine di Oliva, il nostro autentico elisir di lunga vita e simbolo della Puglia e della nostra terra. In attesa di un Suo gradito riscontro, Le preannuncio che la Città di Andria, in collaborazione con Eataly, sarà prossimamente a New York con alcuni “veri” produttori di olio extravergine per “Qoco 2014”, una kermesse internazionale di cucina legata indissolubilmente all'olio extravergine di oliva da cultivar “coratina”. Si potrà sincerare così personalmente di quanto da me affermato”.


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