In migliaia questa mattina in marcia per la legalità per le strade della città: studenti di tutte le scuole di ogni ordine e grado, cittadini, associazioni, i sindaci della provincia Bat, Prefetto, Forze dell’Ordine, Procura della Repubblica di Trani, vertici istituzionali territoriali. Tutti dalla stessa parte: contro la criminalità, il malaffare, l’insicurezza. Primo fra tutti in cammino per la pace e la giustizia don Luigi Ciotti, presidente nazionale di Libera – Contro tutte le mafie. A fianco il Sindaco Giovanna Bruno che in questi giorni ha toccato più volte e nelle sedi più diverse il tema della legalità, della pace, della cittadinanza attiva, della partecipazione. E la marcia ha un significato profondo: «testimoniare che crediamo ancora nel rispetto delle regole, nel valore della cittadinanza attiva, dell’onestà, della partecipazione» ha detto il primo cittadino.
Dopo aver attraversato le vie cittadine, il corteo è giunto in piazza Catuma. Dal palco si sono susseguiti messaggi di incoraggiamento ai giovani, ai ragazzi, i veri depositari della speranza e del futuro. Ma anche rimproveri agli adulti che oggi non rappresentano un buon esempio per i ragazzi: ciascuno è richiamato alla propria responsabilità.
«Siamo lo spaccato di una Comunità in cammino – ha detto il sindaco nel suo discorso – Siamo noi che anteponiamo il nostro desiderio di speranza ad ogni malsano tentativo di togliercela. Argine di una criminalità che, subdola, si insinua nel nostro quotidiano, facendo leva sulla paura, sull’omertà, sulla disgregazione sociale. Quella criminalità che usa i nostri ragazzi per toglierci il futuro; li accarezza perché vedono noi adulti ‘neutrali’, insipidi. Quelli che non vogliono stare da nessuna parte e che preferiscono delegare. Questa criminalità che tocca i commercianti, gli imprenditori, chi è in difficoltà: lo fa con il racket, con le estorsioni, con l’usura. Si infila nelle pieghe delle istituzioni, vestita da normalità. C’è bisogno di coraggio nell’essere testimoni credibili di legalità, di pace, di unità. Ci vuole più coraggio nell’essere strumento di speranza, generatori di positività, di bellezza. Più coraggio per scommettere sulla cultura, sull’educazione».
L’Assessore alla cultura, tutela e sviluppo delle imprese culturali, Politiche Migratorie, Legalità e Antimafia sociale della Regione Puglia, Viviana Matrangola ha ribadito «l’importanza del noi, l’importanza di fare rete. Perché il malaffare ha paura del nostro impegno. Io che sono figlia di una donna di questa terra che ha detto no alle mafie (figlia di Renata Fonte, vittima innocente di mafia n.d.r.) so quanto le mafie, la criminalità organizzata, 
l’illegalità si nutrano del nostro consenso, del voltarci dall’altra parte. E allora ad alta voce, a testa alta diciamo no alle mafie e come donna delle istituzioni mi prendo l’impegno ed ho invitato tutte le istituzioni presenti a dare ai ragazzi che sono scesi in piazza, che hanno marciato oggi insieme a noi spazi di opportunità, di dialogo, di confronto, di incontro».
E poi, le parole di don Ciotti, instancabile messaggero di pace, di speranza e di impegno. Rivolgendosi alla piazza ha detto: «Non è ai giovani che dobbiamo parlare. E’ agli adulti, a coloro che oggi qui mancano La legalità non è una bandiera sotto cui nascondere obiettivi falsamente leciti. Bisogna essere vigili attenti di fronte a chi usa questa bandiera per fare i propri giochi, la usa per i propri fini. La legalità non è un obiettivo: l’obiettivo è la giustizia sociale, la legalità è il mezzo, lo strumento. Non ci potrà mai essere giustizia e pace fino a che non ci saranno uguali diritti. La legalità deve servire per costruire uguaglianza, le leggi devono servire per costruire politiche di giustizia. Per il bene di tutti, e non per i privilegi di qualcuno. Non c’è legalità senza uguaglianza: se tutte le persone non sono uguali nei diritti, non è legalità. Noi siamo chiamati ad essere spina nel fianco delle istituzioni, affinché facciano il proprio dovere. Ma ai giovani una cosa devo dirla – ha concluso don Ciotti – Diffidate da chi non vi ascolta, di chi parla di voi ma non parla con voi. Sappiate distinguere tra i seduttori e gli educatori».
A conclusione della mattinata, don Luigi Ciotti ed il sindaco Giovanna Bruno hanno fatto visita alla Masseria San Vittore per conoscere il progetto Senza Sbarre, per il recupero socio – lavorativo di ex detenuti.
La marcia di oggi è l’evento clou del Festival della Legalità: a questo evento la città si è preparata con una serie di altri eventi, in particolare con le testimonianze di legalità, l’ultima ieri sera all’auditorium della scuola “Manzoni”: Daniela Marcone, figlia di Francesco, funzionario dell’Ufficio del Registro di Foggia ucciso dalla mafia per aver compiuto il suo dovere, ha assistito alla performance teatrale di Franco Ferrante “Io sono Franco – storia di Franco, un uomo normale” scritto e sceneggiato da Lidia Bucci.
Questo pomeriggio, infine, nel Chiostro di San Francesco sarà presentata la mostra “Com’eri vestita”, a cura dell’Ordine degli avvocati di
Trani – Comitato pari Opportunità, dedicata ad approfondire il tema della violenza di genere.


  

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