Molti sono gli studiosi locali che hanno cercato di fornire una chiara e convincente interpretazione dell’antico nome di “Catuma” come il popolo chiamava, e chiama ancora oggi, la Piazza.
L’origine del toponimo è ancora da decifrare: alcuni lo fanno derivare dal termine “catuva” che significherebbe struttura di difesa presso le mura, altri dal greco “katá kymbḗs” corrottosi poi in catacomba, altri ancora da “catuneum” che forse significa focaccia adoperata durante i riti pagani.
Piazza Catuma per gli andriesi è stato, e per molti versi lo è ancora, il centro della vita cittadina.
In passato su questa piazza si affacciavano i palazzi del potere: il Vescovado a significare il potere religioso, il Palazzo Ducale a significare il possesso del territorio da parte della famiglia dominante, il palazzo del Governatore (dove ora trovasi il palazzo Ceci) a significare il potere civile. Recentemente è stato restaurato il Palazzotto ottocentesco adiacente la Curia Vescovile sede dell’Ufficio Comunale Turismo IAT. In questa piazza si effettuavano tutte le grandi cerimonie, i concerti bandistici, i comizi elettorali, le manifestazioni sportive collettive, il mercato, le fiere, i salotti culturali intorno ai tavolini dei bar, le corse podistiche. La superficie di circa 6.000 metri quadrati si presta ancora oggi a luogo centrale per manifestazioni popolari; è qui che si concludono le processioni dei Santi Patroni della città.
Fonte: AndriaApp