Le aree rupestri della periferia del territorio andriese hanno rappresentato i primi insediamenti umani dell’era cristiana, da cui gli abitanti sono poi migrati nel nucleo urbano fortificato nell’Undicesimo secolo da Pietrone (Pietro 1° duca di Andria) e, abituati a vivere in grotte, hanno subito occupato le parti della città ricche di grotte ed anfratti quali il Casalino, il quartiere Grotte, il quartiere Fornaci.
Le Chiese rupestri, le grotte e le gravine meglio conservate sono quelle di Santa Croce dei lagnoni, Santa Sofia (oggi Madonna dell’Altomare), Sant’Angelo in Gurgo (oggi Santissimo Salvatore presso la dolina carsica che ospitò i Trimodiensi) e la grotta della Madonna dei Miracoli sita nella Lama di Santa Margherita.
La lama detta di Santa Margherita è un sito di interesse paesaggistico-archeologico-architettonico notevole per la contemporanea presenza di una vegetazione a volte rara ed unica, oltre che rigogliosa, nonchè per la presenza sulle sponde della lama di diverse grotte, come quelle in cui fu trovata l’immagine della Madonna dei Miracoli. Sono anfratti ancora tutti da scoprire in cui la presenza dell’uomo è attestata soprattutto dai dipinti, a volte bellissimi, come quelli della cosiddetta “grotta delle rose”.
Fonte: AndriaApp