Domenica 17 Gennaio 2016 la Chiesa celebra la 102ª Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato, occasione favorevole per considerare un fenomeno che tocca tutto il nostro Paese ma e interpella la coscienza di tutti credenti e non.
Il tema che Papa Francesco ha scelto per la Giornata mondiale del migrante e del rifugiato è legato strettamente al Giubileo della Misericordia. “Di fronte al rischio evidente che questo fenomeno sia dimenticato”, Papa Francesco “presenta il dramma dei migranti e rifugiati come una realtà che ci deve interpellare. Le Chiese locali hanno quindi un appuntamento giubilare centrale e l’attenzione verso i migranti da parte della diocesi e delle comunità non può evidentemente ridursi ad un’unica giornata, è infatti importante realizzare gesti concreti di solidarietà ogni giorno, nel semplice scorrere ordinario del tempo, perché l’uomo, l’altro, il diverso, il forestiero, irrompe e la vita diventa straordinaria.
Quando i popoli si muovono nulla resta come prima né sul piano politico né economico. L’esodo in corso non è da considerare il “male”, ma il “sintomo” di un male, poiché è il segnale di un mondo ingiusto ed è denuncia di un’idea di Occidente, fulcro della civiltà, che va sfaldandosi. È innegabile che la civiltà occidentale ha prodotto risultati che sono patrimonio dell’intera umanità (letteratura, filosofia, arte, scienza, tecnologia…), ma è anche vero che sono presenti tanti aspetti discutibili e che sono sotto gli occhi di tutti. Per esempio, mettere insieme civiltà e saccheggio che i Paesi evoluti molto spesso operano, con i loro perversi meccanismi economici, scambi commerciali a scapito delle economie più precarie. Il sostegno che l’Occidente dà ai regimi corrotti, spesso anche voluti. Le multinazionali – i sovrani di oggi – continuano a creare schiavi affamati, denutriti, arrabbiati.
La verità è che dobbiamo ormai convincerci che esistono più culture, tutte con proprie caratteristiche, storia e dignità. Bisogna accoglierle e confrontarsi con esse. L’integrazione è un processo lento, faticoso, scomodo, che esige il suo prezzo, ormai necessario, se si vuol stare al passo dei tempi: “Forse è tempo di passare dalla cultura dello scarto alla cultura dell’incontro”.
Il grido dell’umanità continua a farsi sentire nelle molte tragedie di carestie, disastri ecologici, genocidi, guerre, Noi invece ci nascondiamo dietro la carità facile, quella che poggia sull’emozione che dura poco. Diamo accoglienza estiva ai bambini di altri Paesi, ma forse non ci fa problema il turismo sessuale o l’acquisto di organi dei bambini del Terzo Mondo per guarire i nostri ragazzi.
La verità è che dobbiamo ormai convincerci che esistono più culture, tutte con proprie caratteristiche, storia e dignità. Bisogna accoglierle e confrontarsi con esse. L’integrazione è un processo lento, faticoso, scomodo, che esige il suo prezzo, ormai necessario, se si vuol stare al passo dei tempi.
È il tempo di convincersi che le migrazioni non sono libere decisioni di chi vuol fare un’esperienza avventurosa, ma è scelta forzata, anzi, più che scelta, è una necessità.
Dio è “Padre e Madre” di tutti gli uomini, per Lui nessuno è straniero, nessuno è escluso dal Suo soccorso e guarda con occhi di Misericordia e Giustizia: i profughi, gli esuli, i rifugiati, i migranti le vittime della segregazione e i bambini abbandonati e indifesi.
Don Geremia Acri
PRESSO LA CASA DI ACCOGLIENZA “S. MARIA GORETTI”, Via Quarti, 11
Domenica 17 Gennaio 2016
Ore 10:30 Raduno nel cortile di Casa Accoglienza.
Ore 11:00 Preghiera per l’accoglienza e la pace nel mondo
Ore 11:45 Colazione Solidale
PRESSO LA CHIESA “S. LUCIA”
Ore 19:00 Santa Messa, per i Cristiani perseguitati, per i Migranti, i Profughi e i Rifugiati.