“Anche Andria aderisce alla giornata di consapevolezza sul lutto perinatale. Non poteva che essere così.

L’esposizione di drappi a Palazzo di Città con i colori rosa e azzurro é solo l’espressione esterna – dichiara il Sindaco, avv. Giovanna Bruno – di quello che vogliamo provare a trasmettere: le informazioni, la conoscenza di questa dolorosa piaga.

Sono mamma, non posso che sentire tutta sulla pelle e nel cuore la sofferenza di coppie che hanno vissuto e vivono questa frattura con la vita.

Loro che la vita l’hanno generata.

Sono istituzione e come tale mi faccio carico di incidere nei livelli preposti, affinché – conclude il Sindaco Bruno – oltre alla consapevolezza si giunga a porre in essere quanto necessario per prevenire ed evitare questo amaro lutto, che ti svuota l’animo e ti smorza la gioia per una creatura attesa, che non c’è più”.

“Il 15 Ottobre si tiene la giornata dedicata al lutto – commenta l’assessore alle Pari Opportunità, dott.ssa Viviana Di Leo –  perinatale e agli aborti spontanei.

Perché celebrarla? Perché se ne parla poco, nonostante il vuoto e la sofferenza di donne e famiglie che vivono questa esperienza traumatica.

Perché riguarda la salute, perché riguarda i diritti umani.

Perché parlarne può far sentire meno sole le donne e gli uomini che attraversano la sofferenza di perdere un figlio ancor prima che questo nasca.

È un vero e proprio lutto. E si vive come una perdita incolmabile.

Non è un altro figlio che può calmarla, non è riempendo la vita di altro che fa dimenticare.

Ci vorrebbero percorsi di supporto è di sostegno negli ospedali per accompagnare coloro che vivono questa esperienza passo dopo passo, invece molto spesso si sottovaluta e so declassa il trauma come qualcosa che “può succedere”.

Da almeno trent’anni esistono linee guida per l’assistenza ad aborto e morte perinatale al fine di garantire la salute fisica, psichica e psicosociale di tutte le donne e dei loro partner.

Il nostro Paese però non le applica. Si spera che un giorno non tanto lontano tutte ricevano ovunque il miglior trattamento possibile.

Ecco perché – conclude l’ass. Di Leo – serve il 15 ottobre, per parlarne, per continuare a sensibilizzare”.

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