Interessante ricostruzione, il ritrovamento delle Ossa di San Riccardo, sull’ultimo numero di “Insieme” mensile Diocesano, diretto da Monsignor Giuseppe Ruotolo.
La ricostruzione è a firma di Italo Zecchillo, stagista ITS Turismo-Lecce, presso il Museo Diocesano.
Di seguito l’articolo:
Nell’aprile del 1438, sotto l’Altare maggiore della Cattedrale di Andria, furono rinvenute le preziose reliquie del Santo Patrono Riccardo, primo vescovo della città, ad opera del Duca di Andria Francesco II Del Balzo.
La figura del vescovo inglese ha avuto un ruolo centrale nella storia di Andria. Infatti, ancora oggi viene ricordato per la grande opera di ricristianizzazione della città e della sua lotta contro la compravendita di beni ecclesiastici e di cariche ecclesiastiche (simonia).
L’intera vicenda del ritrovamento dei resti del Santo patrono sono stati raccontati dallo stesso Duca andriese in un importante manoscritto dal titolo Historia inventionis et trensietionis gloriosi corporis S.Richardi Anglici confessoris et episcopi Andriensis, una relazione agiografica scritta nel 1451.
Secondo il racconto del nobile franco provenzale, ebbe un ruolo importante nella scoperta delle reliquie del Santo Patrono un aristocratico locale di nome Tasso, il quale viene presentato dal Duca come un uomo molto religioso, buono e lodato da tutti. Un giorno, il medesimo, durante una conversazione con Francesco II, riferì a quest’ultimo che il corpo di San Riccardo era stato collocato nella Cattedrale sotto l’Altare Maggiore della Cattedrale di Andria dal Sacrista Oliviero Matusi, allo scopo di evitare che le preziose reliquie venissero rubate dagli invasori ungheresi durante l’assedio di Andria del 1350.
Quindi, Tasso cercò di convincere il Duca ad avviare le ricerche, e questi, chiedendo ulteriori informazioni, venne a conoscenza del fatto che suo padre Guglielmo e il Vescovo Milillo sapevano dove si trovavano le ossa del Santo.
Qualche giorno dopo, Francesco II Del Balzo si recò in Cattedrale e dietro alla parete dell’Altare Maggiore vide un piccolo foro sul pavimento dal quale si poteva ammirare una stanza con un piccolo altare, alla cui base c’era una lastra di pietra con una croce e un vaso su cui era presente un’iscrizione.
Il 23 aprile 1438 il nobile Francesco II e Tasso tornarono in Cattedrale verso le ore 13 per vedere se c’era qualcosa in quella stanza.
Tasso sollevò la lastra di pietra posta sul retro della base dell’altare maggiore e vide una piccola cassa coperta da un panno di seta rossa, che venne alzata dal presbitero su ordine del Vescovo Giovanni Dondei.
I presenti aprirono la cassa e videro al suo interno delle ossa, sulle quali erano stati posizionati dei sandali di pelle nera su cui erano poggiati il cranio e il cuore mummificato.
Le preziose reliquie vennero raccolte dal presbitero nel panno di seta rossa e deposte sull’Altare Maggiore, mentre il Vescovo e il Duca conversando tra loro ritennero opportuno rimettere quelle ossa nella cassa nel posto in cui erano state trovate; ma di lì a poco i due uomini vennero raggiunti dal presbitero il quale annunziò loro che le preziose reliquie erano quelle di San Riccardo poiché un forte odore aveva pervaso la Cattedrale.
Nei successivi otto giorni il corpo del Santo venne portato in processione per poi essere rimesso a posto mentre il capo e il cuore venne esposti al pubblico in teche posizionate nel vestibolo.
Nella sua agiografia il Duca riferisce che l’arciprete della Cattedrale, tal Guglielmo, conservasse tre calendari (quaderni) in cui si potevano indicare le date di morte di ogni persona. Proprio qui era riportata in caratteri longobardi la data di morte di San Riccardo, ossia il 9 giugno; poco tempo dopo nel postibolo furono trovati il messale sul quale erano riportate le orazioni del Santo.
A seguito di tali eventi Francesco II Del Balzo informò il Pontefice Eugenio IV di questi avvenimenti e quest’ultimo invitò il Duca ad accrescere la devozione nei confronti del Santo e di arricchire d’indulgenze le festività in suo onore, e fu lo stesso Pontefice a proclamare San Riccardo Patrono della città di Andria, mentre Urbano VIII ascrisse il Santo nel martirologio romano alla data del 9 giugno.
In un primo momento le ossa di San Riccardo vennero traslate in un sarcofago in marmo e nel 1928 Monsignor Macchi le fece posizionare nell’Urna lignea realizzata dall’ebanista pugliese Nicola Alba di Pietro, insieme al pastorale e al calco del volto del santo Patrono che sono esposti nel Museo Diocesano di Andria.