Un pezzo che mancava nella storia di Paola Clemente: riconoscerla cittadina andriese era un atto dovuto, perché qui ha perso la vita, in un vigneto, in una torrida giornata di luglio 2015. L’Amministrazione Comunale ha voluto rendere giustizia alla memoria di questa giovane lavoratrice e lo ha fatto nel Festival della Legalità con una cerimonia a lei interamente dedicata in sala consiliare, nella terza giornata del Festival dedicata alla tutela della salute e della legalità nei luoghi di lavoro.
«L’attività di memoria rievocativa operata con il conferimento della Cittadinanza Onoraria a Paola Clemente – ha ricordato il Sindaco Giovanna Bruno – è uno stimolo ad avviare percorsi positivi nel presente, partendo dall’esempio di chi ha perso la vita tragicamente. Riconoscere la Cittadinanza Onoraria alla memoria a Paola Clemente non è solo un fatto formale ma è un un tributo concreto che si sostanzia nel rinnovare l’impegno per sconfiggere ogni fenomeno di illegalità diffusa nel mondo del lavoro, un fenomeno che lede i diritti e offende la dignità dei lavoratori. La Cittadinanza Onoraria non può che avere un’unica motivazione: per il suo personale apporto al miglioramento della qualità della vita e della convivenza sociale conseguente al generoso impegno nel lavoro. Generoso impegno, tanto da morire di fatica e di sudore. A lei, donna, madre, moglie e lavoratrice instancabile, alla sua flebile richiesta di aiuto, lei che non chiedeva nulla e non si lamentava mai, possiamo solo dire grazie. Perché da quel momento in poi la politica, la società civile, i sindacati si sono interrogati sulla strada da intraprendere per arginare il fenomeno dello sfruttamento e del caporalato, della illegalità. Questa città accoglie la sua famiglia. Questa città che l’ha vista emettere l’ultimo respiro».
Al Consigliere comunale Michele Di Lorenzo è toccato ripercorrere la vicenda, umana, politica e processuale che ha toccato il caso di Paola, un caso che è ancora una ferita aperta non solo per la sua famiglia ma anche per la società tutta.
«Un caso – ha ricordato l’avv. Di Lorenzo – che ha provocato “vergogna collettiva”, di fronte al quale non si poteva far finta che non fosse successo, nel 2015 in un tempo e in una città evoluti».
La delibera di Giunta che conferisce la cittadinanza onoraria è stata consegnata nelle mani di Stefano Arcuri, marito di Paola, che ha voluto essere presente insieme a suo figlio Marco. «La scomparsa di Paola è ancora troppo forte – ha detto Stefano commosso – il tempo trascorso non lenisce il dolore e chissà quante altre come Paola ci sono ancora. Non possiamo permetterlo, e tutto il nostro impegno va in questa direzione. La nostra testimonianza, la nostra denuncia deve essere di monito: non si può morire di lavoro in nome del profitto. Ripenso alla giovane mamma Luana, morta perché sono state rimosse le minime garanzie di sicurezza. Ora attendiamo giustizia per Paola, così come per tutte le altre vittime di lavoro».
Presente alla cerimonia anche il sindaco di Crispiano, la città di Paola e della sua famiglia, Luca Lopomo: «Mancava questo pezzo nella storia di Paola. Ringraziamo l’Amministrazione di Andria ed il suo Sindaco per questo atto di generosità. E’ un segnale importante: ci ricorda che le istituzioni sono responsabili verso le comunità ma non possiamo dimenticare che ognuno di noi ha il suo pezzo di responsabilità, per preservare la democrazia, la giustizia e la pace. La paura avrà sempre tanti argomenti ma noi continuiamo a scegliere la speranza!».
L’evento ha visto il sostegno della Regione Puglia e della Presidenza del Consiglio regionale. Presenti tanti cittadini, sindacati, la giunta Comunale, la Presidenza del Consiglio Comunale. Presente la Segretaria regionale della CGIL Gigia Bucci e la segretaria provinciale CISL Tonia Sinisi.

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