Assessore a che punto siamo con quella “nuova città di persone”, emblema della campagna elettorale del Sindaco Vincenzo Zaccaro nel 2005? “Quando Zaccaro ha individuato questo motto ha certamente mirato molto in alto ed indubbiamente in questi tre anni ha trovato sul suo cammino molte difficoltà di vario grado: da resistenze del passato ad una maggioranza a volte poco coesa, fino anche a dei limiti degli stessi assessori che compongono la Giunta, senza escludere il sottoscritto. Va comunque detto che il Sindaco non ha mai abbassato la guardia, mostrando sempre tenacia e passione. Se mi chiede in percentuale quanto si è vicini alla “nuova città di persone” francamente non posso quantificare, saranno gli anni a venire a giudicare quanto è stato fatto. Ora è presto per un giudizio complessivo”. Con che sentimento ha vissuto la recente crisi politica, considerato che un emendamento sui fondi destinati alla cultura ha rappresentato per certi versi il “casus belli” nella maggioranza? “Ho subito capito che la natura dell'emendamento “taglia-cultura” nascondeva delle finalità di altro genere rispetto all'annunciata rimodulazione del Bilancio. Io e del resto l'ho dimostrato consegnando il mio mandato nelle mani del Sindaco, ho sempre detto che se il problema ero io mi potevo fare da parte. Sono dell'avviso che è meglio togliere Farina alla cultura che la cultura ad Andria. Un conto è l'aspetto politico, sono le beghe e le vicissitudini all'interno di una maggioranza, un altro conto è invece la salvaguardia della cultura intesa come progetti, idee ed investimento per la promozione di Andria e del territorio”. Appunto parliamo di cultura. Cosa risponde a coloro che considerano quello che è considerato il fiore all'occhiello delle attività culturali in città e cioè il Festival Castel dei Mondi, come un evento di nicchia e costoso? “Partiamo da un presupposto: il Festival Castel dei Mondi, anche per chi ancora non se ne sia reso ancora conto, è un patrimonio ed è tale a prescindere dal colore politico di una Amministrazione. Anzi sono dell'idea che questa manifestazione va sempre più liberata dalla politica. Il Festival è giunto in pochi anni all'apice in Puglia ed è assieme al Festival della Valle d'Itria, che però è in vita da trent'anni, un appuntamento atteso e riconosciuto come prestigioso a livello regionale e se mi consentite anche nazionale. Il fatto che il Ministero per i Beni Culturali abbia conferito il patrocinio morale al Festival, che non è una semplice formalità ma un attestato che ci consente anche di avere pubblicità e finanziamenti, ne è una dimostrazione. Lo scorso anno ci sono state circa 10.000 presenze, con oltre 4.00 spettatori paganti (numerosi sono gli spettacoli gratuiti durante la manifestazione ndr.), 50 spettacoli e molte repliche vista l'affluenza di pubblico. Il Festival Castel dei Mondi è produzione e quindi la ricerca di nuove professionalità locali che hanno una vetrina ed una occasione. Guardate, quando parliamo di ritorno d'immagine mi viene in mente l'esempio del progetto “Nuove Sensibilità”, che è un bando nazionale il quale unisce il Nuovo Teatro Nuovo, il Teatro di Sardegna, il Teatro Pubblico Campano, il Teatro Filodrammatici, il Teatro Stabile delle Marche e quindi il Teatro Pubblico Pugliese – Festival Castel dei Mondi. L'anteprima degli spettacoli vincitori del bando nazionale avverrà proprio ad Andria e questi spettacoli gireranno l'Italia sotto il marchio di Andria e del Festival Internazionale Castel dei Mondi ed il tutto senza che la collettività sborsi un solo euro. Anche quest'anno (12-20 luglio, 21-31 agosto) per quasi 20 giorni i media locali, regionali e nazionali promuoveranno il nostro territorio, la nostra città ed una manifestazione che in realtà crea eventi e produzioni tutto l'anno. Parliamo dei Laboratori, di Ecumenes, di Factory, di progetti e cantieri, che ricordo attingono come il Festival anche dei fondi extra-budget, che prima non si riuscivano ad ottenere. Quasi 200.000 euro di fondi, parte dei quali ad esempio arrivano dal Patto Stato-Regioni, ma grazie ad un impegno costante e quotidiano per arricchire il Festival e di riflesso Andria. Certo faremo fronte quest'anno ad un taglio del 35%, anche se vorrei ricordare che un primo taglio pari al 27% fu già adoperato nel primo anno sotto la mia gestione del Festival. Ovviamente rispetto alle 150 persone che furono coinvolte lo scorso anno per lo svolgimento della manifestazione, tra hostess, facchinaggio e altri lavori, vi sarà un taglio. Insomma anche il capitale umano impiegato non sarà immune da un ridimensionamento”. Riguardo le politiche giovanili, non crede che i giovani andriesi mostrino, nonostante alcuni lodevoli sforzi, grande distacco? “Anche qua vorrei fare alcuni esempi a dimostrazione di quanto Andria sulle politiche giovanili sia all'avanguardia e non è certo immobile. Noi siamo considerati come modello di buona politica in Puglia ed in Italia e questo non lo dico io, ma coloro che ci invitano a dei convegni nazionali sull'Informa Giovani ed appunto sulle politiche giovanili, come è accaduto recentemente a Potenza ed a Milano. Andria è il comune capofila del progetto regionale Informa Giovani, che conta dopo i primi difficili passi, ora su ben 60 comuni che vi hanno aderito. Lo stesso assessore regionale, Minervini, mi ha assicurato, visti i numeri del progetto, una costante linea di finanziamento per questo Coordinamento, che ripeto, è ad Andria e le cui ricadute nel prossimo futuro non potranno che essere positive per la città e per i giovani. Sul coinvolgimento dei giovani andriesi è vero che ci sono delle lacune e spesso vedo a malincuore grande diffidenza. Personalmente confido molto nell'Agorà, un progetto che è agli albori e che vedrà impegnati sinergicamente tutti i giovani, che a prescindere, da steccati ideali o politici, si vorranno impegnare in iniziative con l'avallo dell'assessorato che non mancherà di dare il proprio fattivo contributo. Il mio appello è che i giovani promuovano nuove idee per rimettersi in gioco, per essere parte integrante della nostra comunità e che siano in prima linea senza che sia l'assessore a proporre loro qualcosa. Sono disponibile a 360° ad accogliere tutti coloro che vogliono dire la loro ed essere costruttivi. Il mio assessorato non ha mai avuto e non avrà mai preclusione verso nessuno”. Questione sesta provincia. Andria cresce con Zaccaro fu l'unico gruppo consiliare di maggioranza che votò assieme alle opposizioni, l'ordine del giorno, poi respinto per un voto, di avvio dell'iter per uscire dalla Bat. Restate dello stesso convincimento anche adesso a distanza di alcuni mesi? “Credo che il vero tema non è provincia si o provincia no. Andria cresce con Zaccaro crede nella Bat e non può dire altrimenti visto che il programma che ci ha visti vincere le elezioni vede la provincia come un punto essenziale per lo sviluppo del territorio. La questione è che la provincia in cui noi credevamo e crediamo è quella policentrica, stabilita dalla legge. Nel Consiglio Comunale cui lei va riferimento, il nostro intento non fu quello di volersi distinguere dagli altri gruppi di maggioranza che respinsero quell'ordine del giorno, ma solo tentare di difendere le prerogative della nostra comunità che merita rispetto e pari dignità con gli altri comuni co-capoluogo. Ora attendiamo che entro il 30 giugno il Governo approvi un nuovo decreto che attribuisca nuovi uffici all'ente e la speranza è che sia dato risalto ad Andria e venga applicato il principio della policentricità. Per riassumere diciamo così: Provincia si ma non a tutti i costi”. Andria cresce con Zaccaro, il movimento di cui lei è coordinatore, confluirà nel futuro nel PD? “Andria cresce con Zaccaro è un movimento che convintamente è nato per sostenere Vincenzo Zaccaro, aderendo quindi, ad una visione politica di centro-sinistra. Il fatto che durante l'ultima campagna elettorale per le politiche, abbiamo invitato l'on. Mastromauro del PD ad un convegno da noi organizzato, indica l'orientamento del movimento. Ad oggi è chiaro che Andria cresce con Zaccaro è in una posizione di autonomia nei confronti del PD. Nel futuro, rispondendo alla sua domanda, vedremo, certo è che, usando una metafora, penso che i matrimoni si facciano in due. Un tempo c'era l'usanza di chiedere la mano della sposa e fino ad ora nessuno ci ha chiesto la mano. Non registriamo dal PD finora nessuna richiesta in tal senso. Comunque ogni scelta sarà presa collegialmente e consultandoci nel movimento come abbiamo sempre fatto”. Concludendo, quali sono le linee guida che secondo lei dovrebbe seguire l'Amministrazione in generale ed il suo assessorato sulla cultura e sulle politiche giovanili, per i prossimi due anni di fine mandato? “Partendo dalla città, sono convinto che ci sono priorità che davvero, ora, non possono più attendere altro tempo: San Valentino, l'urbanistica, lo spostamento del mercato settimanale, il superamento della barriera ferroviaria alcune di queste. Non si può più in alcun modo tergiversare. Sulla cultura, continuare ad insistere su una politica culturale intesa come investimento e non come spesa spicciola fine a se stessa, promuovendo il nome di Andria in Puglia ed in Italia, ottenendo risorse da reinvestire sulle professionalità locali. Sulle politiche giovanili tra gli obiettivi, vi è quello di giungere alla fase operativa dei “Bollenti Spiriti” e di continuare a lavorare sul Coordinamento dell'Informa Giovani, che può essere una vetrina eccezionale. La speranza e l'auspicio come detto in precedenza è che si riescano a trovare forme di coinvolgimento attivo dei giovani, per una loro massiccia e convinta partecipazione. La mia scommessa in questo periodo è anche quella dei “tirocini formativi”, che consistono in una borsa di studio da destinare a giovani neo-laureati affinché trovino sbocchi lavorativi. In sintesi l'idea è quella di un bonus che il Comune, attingendo anche a fondi regionali, darebbe a quelle imprese che assumessero quei giovani laureati ai quali viene concessa la borsa di studio. Investire sulla cultura ed investire sui giovani, questo è quanto dobbiamo continuare a fare senza sosta”. Lorenzo Di Cosmo

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