Nella sua città natale Cosimo Piccolo era stato, l’ultima volta, per presentare il 19esimo dei 22 libri che ha avuto tempo e modo e soprattutto energia e amore di scrivere, quello intitolato “Personaggi del ‘900 ad Andria”.

La presentazione, nell’auditorium del Chiostro di San Francesco, aveva coinvolto tanti andriesi e soprattutto tanti andriesi che, nel tempo, erano stati classe dirigente di questa città.

E per Cosimo Piccolo che di questa città è stato a suo tempo, consigliere comunale e assessore ai Servizi Sociali, è stato l’ennesima occasione per alimentare quelle radici con la sua terra che spiegano tutta la sua vita, il suo impegno.

E che hanno costituito poi l’oggetto della ventesima pubblicazione “Da Andria olivata a Spello infiorata” con tanto di prefazione del sindaco, Giovanna Bruno.

Anche questo libro documenta la vita piena di Cosimo Piccolo divisa tra Andria e Spello, la città umbra di adozione dove è stato accolto con grande coinvolgimento sin dal 1990, l’esperienza di missionario in Francia, Germania, Algeria con i piccoli fratelli di Charles de Foucauld, in Amazzonia, di docente, di politico, di padre, di scrittore, di maratoneta.

Nelle settimane scorse il Sindaco lo aveva raggiunto a Spello per l’inaugurazione di un monumento dedicato al contadino, un altro risultato della sua frenetica attività di uomo che non ha dimenticato le sue umili, ma robustissime radici familiari contadine.

Nei giorni scorsi, il 7 e l’8 marzo, a Spello, sono stati presentati anche gli ultimi due lavori editoriali ai quali aveva assistito da remoto perchè già molto malato: “Il sogno che mi ha liberato-Diario di una vita” e “L’altra metà del cielo”, dedicato a tutte le donne che hanno avuto un ruolo nella sua formazione, libri presentati da un suo amico andriese fraterno, Vito Di Canio.

Se ne è andato questa notte a Spello a 76 anni.

La prefazione del Sindaco Bruno al libro “Da Andria olivata a Spello infiorata”

Un viaggio nella memoria dei luoghi e degli avvenimenti di un andriese attraverso i quali leggere, e riconoscere, anche la nostra città.

L’esperienza umana, spirituale e anche politica di Cosimo Piccolo, diventa così un affresco che fa riemergere la città degli anni passati, e di quelli più recenti, con un occhio apparentemente terzo, quello di chi l’ha lasciata 30 anni fa, nel 1990, e che poi ci ritorna e che lega, in una sorta di ponte, il luogo di nascita e di crescita con quello di approdo successivo, Spello, in Umbria, “il cuore verde d’Italia”.

Cosimo Piccolo lega in un ponte di fiori e ulivi le due città. E scrive : “Sono fortunato per essere venuto al mondo in una città come Andria”.

E’ qui che nasce anche la sua tempra particolare, la sua abitudine al sacrificio, alle asprezze e alla fatica contadina, alle privazioni del deserto algerino per seguire la sua vocazione religiosa tra i Piccoli Fratelli di Charles de Foucald, gli ultimi della terra.

E’ qui che si sviluppa, al rientro, la decisione di riprendere gli studi a 27 anni e a proseguirli sino a laurearsi in Pedagogia e poi l’impegno pubblico, il ruolo di consigliere comunale, di assessore e così via. Esperienze forti che lo hanno segnato in profondità dandogli una tenacia carsica che riemerge nelle tante forme nelle quali poi si esprimerà il suo talento ed il suo io: la fede in Dio, la testimonianza, la politica, la famiglia, la scrittura, la poesia.

E in tutte queste espressioni vi è una costante: l’attenzione all’altro, l’accettazione della diversità, tutti fratelli.

Così chiama fratello anche un gigante della politica come Pietro Ingrao, ad aprile del 1994, quando gli scrive della sua “alta febbre del fare” e la risposta del parlamentare è : “Ho letto con interesse vivo i tuoi testi pieni di passione politica ed etica”.

E se tutti sono fratelli, la sua poesia Shalom è un manifesto contro le appartenenze, le bandiere, il settarismo, è un appello alla parità tra razza e colori della pelle, contro la diversità vissuta e praticata come esclusione.

Questo libro è dunque un viaggio nei luoghi fisici e della mente, nei ricordi di spazi formativi e di relazione nei quali la storia individuale di Cosimo si fa storia di una comunità.

Tra Andria e Spello dunque si sviluppa un percorso umano, personale, che dura da decenni tutti vissuti da una persona semplice e diretta come tutti gli riconoscono.

Ma Cosimo Piccolo è anche consapevole del proprio ruolo nel mondo e di come starci: “Siamo liberi sì, ma non sfuggiamo al determinismo che è sopra di noi e intorno a noi. Siamo noi a decidere cosa fare e perché lo facciamo.

Ed è bene così. E’ un bene sapere che le nostre scelte, volente o nolente, sono il frutto della nostra libertà”.

E sa di far parte di un disegno più ampio, dell’opera del Grande Architetto dell’Universo che è Dio ed è Dio che ama e spinge a fare scelte difficili, non comode.

Come quelle che lo hanno riguardato prima di missionario e poi di uomo politico che ritorna ad Andria, ad ottobre del 1969, per dare risposta ai bisogni, “dopo aver scoperto il Cristo povero girando per il mondo”.

L’esperienza religiosa allora va a completarsi, a canalizzarsi quando il ritorno nella nostra terra diventa stimolo a riprendere gli studi, a laurearsi, rendendo felicissimo il padre contadino, ad impegnarsi in politica con la candidatura nel PCI al Consiglio Comunale, l’elezione nel 1977 con 533 voti. Tutte tappe animate da una forza e da una fede profondissime alimentate dagli esempi e dalle parole dei più anziani, perchè “Loro sapevano, e ce l’hanno insegnato, che senza sacrifici non si fa niente di buono, di utile.

Sapevano che con il lavoro e l’impegno si può migliorare la propria vita e quella degli altri.

Loro erano terra, alberi, fiori, vento, pioggia. E’ con lo sporcarsi le mani di terra, di letame, d’olio, e d’ogni altro materiale con il quale avevano a che fare, ci hanno tramandato l’amore per l’ambiente, la passione per tutto ciò che faceva parte intrinseca della loro vita.

Di loro ero (e sono) fiero, come lo sono della mia città natale: la città dei campanili alti e schietti, che “nudi nel cielo sembrano secolari cipressi”.

Campanili sulle cui cuspidi alte di oltre centocinquanta metri, non solo fischia il vento delle passioni civili, ma la storia religiosa dell’intera comunità cittadina.

In Piccolo è sempre forte e ricorrente il richiamo alla terra, alle radici, all’armonia con sorella Terra: da qui il suo appello all’impegno contro la xylella, l’ode all’olivo, l’uva baresana, i muretti a secco, il clima mite. E i valori: la speranza, l’umanesimo di Charles de Foucald, i Fratelli Tutti di Papa Bergoglio, la fede che Cosimo definisce “l’avventura più affascinante della vita di ogni persona”.

Anche questo viaggio, impegnativo come quello recentissimo chiamato “Personaggi del 900 ad Andria”, presentato nella nostra città nei mesi scorsi, in un luogo simbolico, l’ex-refettorio del convento di San Francesco, da decenni e decenni sede del Palazzo di Città, ha anche il merito di calarsi nella cronaca contemporanea, pandemia compresa, con due interrogativi che Cosimo pone e che sono disarmanti: “come ne usciremo? come ce la faremo?.

Sullo sfondo la conferma che il Covid ha reso evidente la limitatezza dell’uomo, la sua finitezza: “Perchè restare umani -scrive- “è la sfida”.

Ed è a questo, e alla fede, che occorre ispirare ogni giorno la propria azione ed i propri comportamenti.

Dal Palazzo di Città, 6 maggio 2021
Il Sindaco
Avv. Giovanna BRUNO

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