Come già accaduto in occasione delle precedenti chiusure, anche ieri, con ordinanza numero 132 del 20 aprile, è stata reiterata, sino a tutto il 3 maggio, quella del Cimitero Comunale.
Come a tutti noto non si tratta di una scelta discrezionale effettuata dai comuni, ma di una disposizione anti assembramento contenuta nel Dpcm n.8 del 9 marzo 2020 e reiterata in quelli successivi e circostanziata nella circolare del Ministero della Salute n. 11285 del 1° aprile 2020, disposizione che ha obbligato tutti i comuni italiani a disporre la chiusura dei Cimiteri, insieme alle modalità con le quali effettuare le esequie.
Dunque ogni altra conclusione sulla natura obbligatoria della decisione adottata ieri dalla Gestione Straordinaria è superflua trattandosi, appunto, di adempiere a precise disposizioni.
E’ dunque un atto dovuto, adottato sull’intero territorio nazionale, e che addolora tutti, anche chi ha responsabilità di governo, perchè è una misura che impatta sui valori etico-spirituali-religiosi fondanti la società civile e che fa il paio con il divieto di celebrazioni religiose in tutti i luoghi di culto.
Peraltro, tali misure non possono essere messe, come pure denunciano alcuni commenti apparsi sui social, sullo stesso piano delle aperture della media e grande distribuzione, nonché degli esercizi di vicinato, vista l’ovvietà delle ragioni, e pur tenendo conto degli assembramenti che fisiologicamente vi si producono, per quanto comportamenti più seri dei consumatori potrebbero scongiurare rischi di contagio se da parte loro venissero programmati rifornimenti non assiduamente giornalieri.