“In riferimento alla pubblicazione sia di un comunicato che di un video in merito alla situazione del canale “Ciappetta Camaggi”, e relativamente alle problematiche ambientali inerenti gli scarichi del depuratore cittadino, sono a precisare quanto segue.
Innanzitutto il canale non è di proprietà comunale bensì della Regione Puglia.
Con la stessa Regione Puglia e con il Comune di Barletta e con altri organi preposti è anche in corso un dialogo istituzionale volto al finanziamento dei lavori di rifacimento dell’intero canale.
Il Depuratore, inoltre, dissequestrato per dar adito all’avvio dei lavori di potenziamento, pur essendo di proprietà del comune di Andria, è stato affidato in concessione all’Acquedotto S.p.a., unica società autorizzata ad interventi sullo stesso.
In tal senso il Comune può solo compiere azione di controllo sull’operato dell’Acquedotto S.p.a. nella gestione della struttura.
Ho personalmente partecipato ad un tavolo tecnico il 22/10/2015 presso la Regione Puglia, durante il quale si sono illustrati i lavori di potenziamento dell’impianto di depurazione che dovrebbero durare 330 giorni circa con data presunta di fine lavori del 05/08/2016.
In tale sede sia l’Arpa Puglia che la Direzione dell’AQP hanno confermato che i controlli, potenziati, avvengono regolarmente ogni 15 giorni.
La qualità delle acque in arrivo all’impianto dipende anche dalla presenza di massicci quantitativi di acque di vegetazione abusivamente scaricate in fognatura nera.
La natura e la quantità di tali acque non sono infatti compatibili con i processi di trattamento dell’impianto di depurazione a servizio dell’agglomerato di Andria, progettato e realizzato esclusivamente per il trattamento di acque reflue urbane.
L’AQP ha comunicato l’arrivo delle acque di vegetazione ed ha eseguito controlli sulla rete anche in presenza di Organi di Polizia Giudiziaria.
Gli stessi controlli sono stati effettuati con l’ausilio del Nucleo di Polizia Ambientale ed Ecologica presso tredici frantoi oleari in osservanza di apposita ordinanza sindacale.
Per una completa e corretta informazione si precisa che dalla lettura delle analisi predisposte, effettuate in media con cadenza quindicinale, si evince chiaramente che l’impianto nelle normali condizioni di esercizio è in grado di rispettare, sia per l’abbattimento della sostanza carboniosa che per la parte azotata, i limiti imposti e che l’arrivo di carichi diversi da quelli caratteristici di un normale refluo urbano (come ad esempio accaduto a febbraio 2015) compromette inevitabilmente il processo depurativo.
Inoltre controlli effettuati dalla locale Polizia Municipale escludono che ad oggi ci siano terreni irrigati dalle acque del canale Ciappetta-Camaggi: infatti il territorio in questione risulta alimentato dal Consorzio di Bonifica da cui gli agricoltori attingono le acque necessarie per l’irrigazione dei campi.
Sulla salute dei cittadini nessuno può permettersi di scherzare e di questo l’Amministrazione Comunale ne è talmente consapevole tanto che ci chiediamo se la stessa attenzione si è avuta in un recente passato quando la salute dei cittadini bisognava preservarla come lo si deve fare oggi.
Ad esempio, a proposito di passato e di azioni svolte nel presente, siamo riusciti, unitamente alla Regione Puglia, a far riaprire l’esame del progetto della nuova discarica di Andria in zona San Nicola per anomalie che lo stesso progetto presenta e che nella conferenza di servizi del 29/05/2009, nessuno ha evidenziato – e ribadisco nessuno dei precedenti amministratori ora con altri ruoli politici – autorizzando lo stesso con non poca superficialità, esprimendo “Parere Favorevole” cosi come riportato nella Determinazione Dirigenziale della Provincia BAT nr.76 del 30/07/2012.
Si precisa che tale progetto presentava la realizzazione di una nuova discarica di RSU su una esistente discarica di inerti.
In quella stessa conferenza di servizi è stata autorizzata, anche dal Comune di Andria e senza una minima prescrizione che riguardasse una attenta indagine sul sottofondo della stessa, tesa ad evidenziare se la vecchia discarica di inerti fosse atta a reggere senza alcun problema la nuova di RSU.
E’ stata quindi fatta una conferenza di servizi in regione in data 09/02/2016, in cui l’autorizzazione della discarica è stata subordinata alla realizzazione di approfondite indagini sulla reale fattibilità della stessa.
Altro che chiacchiere, l’ambiente si difende con i fatti e non con la demagogia”.