Spazio anche al teatro antropologico al Festival Castel dei Mondi, “L'Agnello” degli applauditissimi C.R.E.S.T ospitato martedì, 28 agosto, alle 21 all'auditorium Paola Chicco.
Buon successo di pubblico per la rappresentazione che ruota intorno al tema del sacrificio e del suo simbolo per eccellenza, l'agnello. Le scenografie, i veli che avvolgono i vari fondali creando diversi piani di pensiero, i colori che rimandano a tronchi, mari, foreste, immergono gli spettatori in una rappresentazione sul destino del mondo in rapporto al sacrificio. Sulla scena le figure di Caino, Giuda, Lazzaro, Maddalena, Noè, Maria e Abramo narrano le loro vicende sotto una nuova luce. La nostra cultura ci ha insegnato a leggere in chiave positiva i sacrifici, ma se li vedessimo in chiave opposta?
Il C.R.E.S.T ha raccontato la storia di “Un agnello, chiuso in una stalla: non vede l'ora di essere sacrificato. È il suo destino, lo sa e ne è contento. Ogni essere vivente ha un destino, il suo è di essere sacrificato a Dio. Ma nella stalla in cui vive si manifestano strane ombre, visioni di un mondo sconosciuto sembrano volergli comunicare qualcosa. Dapprima incuriosito e poi via via più turbato, l’agnello percepisce che queste ombre vogliono dissuaderlo dal compiere il gesto da lui tanto desiderato. Le visioni, sempre più nitide, sono uomini e donne che, nel sacrificarsi a Dio, hanno perduto tutto, ricavandone unicamente disperazione e morte. La gioiosa determinazione dell'agnello lascia il posto all'indecisione. La vittima, per la prima volta, mette in dubbio il suo destino, s’interroga sul senso che potrebbe avere la sua vita senza il sacrificio. Soprattutto si spinge fino alla domanda che lo tormenta: “Chi mi ha convinto che il sacrificio era per me l'unica via?”.
Di certo lo spettacolo di martedì sera apre la strada a nuovi dubbi e nuovi spunti.

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