“Da poco sono state pubblicate -dichiara il Sindaco, avv. Giovanna Bruno – due decisioni emesse dal Tar Puglia in ordine ai ricorsi presentati dalla Doronzo Infrastrutture srl contro il comune di Andria e altri soggetti e dalla provincia Bat contro il comune di Andria e altri soggetti.

Il tema è quello della realizzazione della bretella Sud su cui il Consiglio Comunale ad amplissima maggioranza, ha negato la variante per giungere alla esecuzione dell’opera ritenendola eccessivamente costosa rispetto al tratto di realizzo e soprattutto molto impattante dal punto di vista ambientale.

Di fatto le due sentenze, sulle quali nelle prossime ore seguiranno approfondite valutazioni anche con il competente settore Legale che ha seguito la difesa del comune di Andria, stabiliscono il principio in base al quale la titolarità principale del Consiglio Comunale in materia urbanistica deve soggiacere a non meglio specificate linee conformative sottostanti al leale rapporto tra enti pubblici.

Su questo e su altri aspetti – sottolinea il Sindaco – seguiranno tutte le valutazioni del caso fermo restando che la politica di questa città si è chiaramente espressa per il rifiuto della realizzazione di un’opera che, non solo non porterebbe benefici in termini di viabilità, ma comporterebbe un ulteriore, inutile consumo di suolo che, invece, andrebbe evitato a favore del potenziamento della tangenziale esistente nonché del suo allargamento, anche in funzione di tutte le forme di accessibilità al nuovo complesso ospedaliero.

Dalla lettura delle sentenze emerge poi un peso non indifferente attribuito agli atteggiamenti delle precedenti Amministrazioni che hanno sempre tergiversato sull’argomento senza mai fare gli opportuni passaggi in Consiglio Comunale, cui spettava l’ultimo pronunciamento sul tema.

Di fatto però la parola ultima in materia urbanistica spetta proprio al Consiglio Comunale che ha abbondantemente optato per il diniego alla variante.

A bocce ferme -conclude il Sindaco Bruno – bisognerà fare tutte le opportune valutazioni, senza escludere l’ipotesi di appellare in secondo grado”.

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