“La sentenza n. 117/2024 del TAR Puglia, depositata pochissimi minuti addietro, lascia l’amaro in bocca: viene dichiarata nulla la deliberazione del C.C. n. 39 del 10.7.2023 per violazione ed elusione del giudicato. Vale a dire, e si fa fatica ad accettarlo, che il Consiglio Comunale, organo per eccellenza preposto a decidere in materia urbanistica sul proprio territorio, non aveva alcuna possibilità di intervenire, dovendosi soltanto ‘lealmente adeguarsi approvando la variante richiesta, intesa appunto a dare esecuzione alla prescrizione de qua del medesimo PTCP’. Della serie: il pasticcio immenso creato in tanti anni, in cui di fatto si era dato il via libera a questa assurda progettualità, non darebbe all’attuale Consiglio Comunale alcuna facoltà di autodeterminarsi e decidere cosa si possa o non si possa fare sul proprio territorio. A nulla valgono, a quanto pare, tutte le considerazioni sul consumo di suolo, sulla inutilità dell’opera, sul danno ambientale, sulla incapienza economica del finanziamento per realizzare una Bretella inutile, dannosa, offensiva. Il Consiglio Comunale non deve mettere bocca sul tema. Solo obbedire! ‘Leale ottemperanza avrebbe significato nulla di più e nulla di meno che rigorosa coerenza fra quanto previamente assentito in fase pianificatoria dal Comune di Andria e gli atti applicativi a valle a emanarsi al fine di concretizzare l’opera pubblica per come pianificata e concordata con tutti i numerosi Enti coinvolti nella sia realizzazione, a cominciare dalla provincia BAT’. Questo si legge, tra i vari passaggi, nella sentenza che ci è stata notificata. E che adesso passa esclusivamente la palla al commissario ad acta, il quale dovrà, entro 30 giorni da oggi, provvedere all’approvazione della variante urbanistica relativamente al progetto definitivo dell’opera pubblica. Ritenendo ne sussistano i profili, il Comune impugnerà tale decisione innanzi al Consiglio di Stato, per tentare in ogni modo di recuperare quell’autonomia decisionale propria del Consiglio Comunale, ridotto con questa decisione a mero spettatore di un destino deciso in tempi passati in altre sedi e da altri soggetti. Preciso e ricordo, infatti, che tutta questa progettualità non è mai stata sottoposta all’attenzione e alla valutazione della massima assise comunale che, chiamata in ultimo ad esprimersi sulla variante, ha ritenuto respingerla con convinzione e ripetutamente a larghissima maggioranza, ritenendo di esercitare una sua esclusiva prerogativa pianificatoria”.