Festival Internazionale Castel dei Mondi: sorprendente performance di Michela Cescon in “Giulietta (degli spiriti)” a Castel del Monte La regia sobria e attenta di Valter Malosti ci consegna uno spettacolo straordinario reso superbo e sublime dalla fenomenale prova di Michela Cescon, vera mattatrice della serata, e dalla magia del Castello svevo che ne ha amplificato l’atmosfera incantata. Sotto un cielo stellato, inquadrato dal perimetro ottagonale del cortile di Castel del Monte, Michela Cescon ha sfoderato un’interpretazione di rara bellezza e di grande carattere toccando tutte le corde della drammaturgia. E’ riuscita, così, a far vibrare gli animi di un pubblico silenzioso e assorto che ha liberato la propria emozione partecipata nello scrosciante applauso finale a consacrare un trionfo ma anche a sancire una sorta di affinità elettiva testo-protagonista-spettatore, un legame intimo tra il racconto disincantato dell’attrice trevigiana e la vita vissuta di ognuno, tra la purezza di un sogno e i vizi e le virtù del quotidiano. Per un’ora e mezza Michela Cescon, incastonata in una gonna smisurata di tela bianca un po’ tendone da circo un po’ coltre sulla interiorità un po’ mare un po’ cielo, snocciola con tecnica raffinatissima le vicende di Giulietta bambina, adolescente, donna, moglie, amante, amica tra il trasognato e il mistico. Attorniata da 5 manichini sventrati, inanimati e cinici, lo spirito di Giulietta è costretta ad ascoltare le loro voci “di fuori” che incocciano le sue “di dentro”. Ne nasce un contrasto stridente che approda ad un inequivocabile giudizio morale. Eppure Giulietta non può fare a meno si sentirle le voci e di farsi guidare in un percorso che la porterà ad immolarsi come una novella martire e a sublimarsi in una ascesa che stacca definitivamente l’eroina felliniana dagli affanni quotidiani e dagli intrecci complicati delle convenzioni borghesi. La redenzione sta nel reimpossessarsi dei suoi impulsi naturali, del suo istinto femminino nella luce di una visione disincantata e nel candore di un’anima pura. Al successo di questo mirabile racconto, favola, ma non troppo, contemporanea è stato determinante il contributo della scenografia essenziale e del suggestivo gioco di luci. L’Area Comunicazione Giuseppe Pomo

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